Dott.ssa
Lorenza Palanza

Le alterazioni della produzione del film lacrimale possono produrre bruciore, prurito, senso di corpo estraneo (tipo sabbia), episodi di intensa e improvvisa lacrimazione, difficoltà ad aprire gli occhi al risveglio e, in alcuni casi più gravi, dolore all’apertura degli occhi nel corso della notte.
La visita oculistica permette di dirimere le varie forme di occhio secco e di ipotizzarne le cause nel caso specifico, escludendo danni anatomici che devono essere trattati con terapia specifica.
In attesa del controllo, che non ha quasi mai carattere di urgenza, eccetto che nei rari casi con sofferenza della superficie corneale, è utile ridurre l’utilizzo dei mezzi digitali, per quanto possibile, e fare delle pause nel lavoro prolungato da vicino, che favorisce l’accentuarsi della sintomatologia da occhio secco; inoltre è consigliabile l’uso di lacrime artificiali più volte al giorno per cominciare a lenire il disturbo.

La maggior parte delle forme di cataratta dipendono dal fisiologico invecchiamento del cristallino, una lente trasparente presente nell’occhio. I sintomi più frequentemente riscontrati dai pazienti affetti da cataratta sono:

• Calo della vista progressivo
• Sensazione che gli occhiali in uso non vadano più bene o addirittura peggiorino la vista che risulta più limpida togliendoli
• Fotofobia (cioè fastidio alla luce)
• Aloni e sfocamento delle luci notturne (es. lampioni, fanali delle auto)

La cataratta deve essere valutata in sede di visita per porre l’indicazione o meno all’intervento chirurgico di asportazione della medesima seguita dal posizionamento di una lente intraoculare artificiale. L’intervento avviene in anestesia locale (nella maggior parte dei casi ottenuta mediante l’instillazione ripetuta di gocce di anestetico) e in regime di day hospital. 

• Prima e dopo l’intervento sarà necessaria una terapia locale e, in genere, dopo 15/20 giorni dall’intervento sarà possibile prescrivere la lente definitiva dell’occhiale.

È una patologia abbastanza diffusa nella popolazione, caratterizzata dalla presenza di tre elementi: pressione oculare elevata (da rapportare il valore assoluto alle condizioni del singolo occhio), alterazioni anatomiche del nervo ottico e alterazioni del campo visivo.

Esistono poi molte forme sfumate di malattia in cui il danno non si è ancora verificato seppur sia probabile nel futuro.

L’ipertono oculare spesso non dà sintomi e il danno può instaurarsi in maniera subdola negli anni. Solo talvolta può provocare dolenzia (o dolore intenso nelle più rare forme acute) o cefalea frontale.

La terapia precoce del glaucoma permette di rallentarne o fermarne la progressione verso deficit importanti del campo visivo.

È consigliabile quindi un controllo della pressione oculare e del nervo ottico, soprattutto nei soggetti con familiarità e comunque dai 40 anni in avanti (le forme giovanili e congenite sono molto meno frequenti).

Sarà l’oculista a indicare l’opportunità di esami di approfondimento qualora ne vedrà la necessità.